agosto 21, 2010

Serravalle Sesia biomasse 10 11 2009

agosto 19, 2010

YouTube – Explosie Biomassacentrale Sittard

agosto 19, 2010

Manifestazione a russi 6 dicembre 2006

agosto 19, 2010

YouTube – Servizio sulla centrale a biomasse di Rende

agosto 19, 2010

ex zuccherificio Russi: la vicenda si in”Garbuglia”

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agosto 15, 2010

Inceneritore che vai, sequestro che trovi

Saranno anche impianti sicuri e moderni, come ce li presentano i loro sostenitori, ma la cronaca italiana è piena di sequestri, chiusure, drammi legati all’inquinamento: dell’ambiente e di conseguenza dell’uomo.

L’ultimo in ordine di apparizione è stato l’inceneritore di Falascaia, noto come Pollino, attivo fino all’8 luglio 2010 aPietrasanta (Lucca), 2 km dalla spiaggia della Versilia. Questo impianto, di proprietà di Veolia (che ha rilevato Tev) è sotto accusa per l’inquinamento a due torrenti limitrofi, in cui ha sversato acqua contaminata da diossine e metalli pesanti. L’inceneritore non era nuovo a questa problematica visto che già nel 2008 era stato oggetto di aggiornamento tecnologico per lo stesso problema. Dall’evidenza dell’acqua avvelenata alla chiusura dell’impianto è trascorso un anno e mezzo. Della serie “controlli severi e massima collaborazione”, altro cavallo di battaglia dei fautori dell’incenerimento.

Lo scorso marzo 2010 è Arezzo protagonista con il sequestro dell’inceneritore della Chimet. Un intero territorio avvelenato da selenio, fiumi, terre coltivate. Un’impresa, la Chimet, blasonata da tutte le certificazioni del caso, che ha continuato ad avvelenare per anni l’ambiente circostante.

gennaio di quest’anno, 2010, sono sempre i carabinieri a sequestrare a Taranto l’impianto di incenerimento dei rifiuti cimiteriali ubicato all’interno del cimitero in località Tamburi, gestito dalla “Amiu Spa”. Il provvedimento di sequestro è scattato a seguito di un controllo ambientale, effettuato dal Noe dopo diverse segnalazioni di esalazioni maleodoranti, durante il quale i carabinieri hanno accertato che l’impianto era sprovvisto delle autorizzazioni provinciali al trattamento ed all’incenerimento dei rifiuti e di quelle relative alle emissioni in atmosfera.

Il grande botto lo fecero i due inceneritori di Colleferro (Roma). 13 arresti, 25 avvisi di garanzia, per sigillare l’intera attività che includeva tra l’altro traffico illecito di rifiuti pericolosi e truffa ai danni dello stato. Il procuratore di Velletri aveva messo in evidenza l’associazione a delinquere, l’immissione in atmosfera di veleni, l’accesso abusivo a sistemi informatici per taroccare i dati delle emissioni. Rifiuti speciali e pericolosi trattati come Cdr per incrementare guadagni e contributi. Eravano nel marzo del 2009.

I carabinieri del Noe hanno colpito a Brindisi sempre nel 2009 sequestrando l’inceneritore a Veolia con annessi il sistema di monitoraggio e controllo delle emissioni, 8 serbatoi verticali da 35 metri cubi contenenti rifiuti liquidi e 1000 fusti accatastati nel piazzale. Il loro contenuto? Nessuna indicazione sui serbatoi…

Siamo nel gennaio del 2008 quando un duro colpo per il comune di Terni: il sindaco Paolo Raffaelli, il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Speciale Multiservizi ed alcuni tecnici, in tutto nove persone, hanno ricevuto dalla procura un’informazione di garanzia in relazione a tredici presunti reati ambientali connessi al funzionamento dell’inceneritore municipale. Nel contempo l’inceneritore, la stazione di trasferenza e gli impianti connessi sono stati posti sotto sequestro.

L’inceneritore targato Marcegaglia, attuale presidente di Confindustria, è stato sequestrato dalla Procura di Bari nel2008. Si tratta di un impianto che era in costruzione a Modugno, in area a vincolo paesaggistico, con autorizzazioni incomplete o false, con progetti che prevedevano anche altezze degli edificio superiori ai limiti imposti dalla vicinanza con l’aeroporto.

Nel novembre del 2008 tocca a Malagrotta (Roma). L’impianto è risultato privo della certificazione di prevenzione incendi e di altri requisiti di legge e non è giunto nemmeno all’inaugurazione.

Fra febbraio giugno del 2007 è l’inceneritore di Trieste a essere posto sotto sequestro per il superamento dei limiti di legge riguardanti le emissioni di diossine, superiori anche di 10 volte il limite autorizzato.

Taranto ancora al centro dell’attenzione. Militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno posto sotto sequestro preventivo l’inceneritore di Taranto sulla base di un provvedimento emesso dal sostituto procuratore. Secondo il magistrato, sulla base di accertamenti compiuti dai finanzieri, l’impianto, che è gestito da un gruppo di imprese capeggiato dalla ‘Termomeccanica ecologica’, inquinerebbe l’atmosfera. E’ il maggio 2006.

La Lombardia al centro dell’operazione Grisù (maggio 2005). Posto sotto sequestro l’inceneritore ACCAM di Busto Arsizio (Varese) l’impianto che smaltiva i rifiuti non differenziati per un consorzio di 27 comuni nell’area del basso varesotto e dell’alto-milanese. Gli arresti (con custodia cautelare o arresti domiciliari) hanno riguardato ben 19 persone tra cui il direttore tecnico dell’inceneritore assieme a titolari, dirigenti e/o amministratori di diverse società di raccolta/smaltimento di rifiuti,
Pietrasanta, Brindisi, Colleferro, Trieste, Taranto, Busto Arsizio, Arezzo.

Giro giro tondo, casca il mondo…

agosto 15, 2010

Lugonotizie.it – Biomasse via nave per l’inceneritore di Russi

b_p-3796-abstr_img-image004“Lo abbiamo sostenuto fin dall’inizio che non ci sarebbe stata materia prima sufficiente per raggiungere  le 288.000 tonnellate  di biomasse all’anno (34 ton/ora) necessarie per “sfamare ” l’inceneritore che si vorrebbe costruire nel sito ex Eridania – l’associazione ambientalista Clan-Destino scrive in un comunicato. Ora, a quelli che erano alle nostre perplessità, è stata data una risposta ufficiale e certa.La conferma arriva niente meno che dalla diretta e autorevole voce dall’Assessore  alla Qualificazione Ambientale  della Provinciale di Forli/Cesena, Luciana Garbuglia,  politico di navigata esperienza in quanto ex sindaco di San Mauro Pascoli”. http://www.lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=133&id_blog_post=3796

agosto 15, 2010

8 agosto 2010-08-10 carlino e la voce di ravenna

centrale Roncalceci

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agosto 15, 2010

Ravenna, in progetto un altro impianto a biomasse a Roncalceci

biomasse-230RAVENNA – Nella zona industriale di Roncalceci potrebbe nascere un nuovo impianto di energia da biomasse. Lo denuncia la sezione ravennate dell’associazione ecologista ClanDestino: “Nella zona industriale a Roncalceci non c’e'  pace. In questi  anni e’ successo davvero di tutto:  dallo scarico nei fossi di acque sature di metalli pericolosi, allo  spandimento di fanghi al mercurio provenienti dal porto di Ravenna,  al sequestro del terreno dove veniva  abusivamente smaltito il pericolosissimo  amianto sminuzzato”, criticano Cinzia Pasi e Roberta Babini. http://www.romagnaoggi.it/ravenna/2010/8/8/168847/

agosto 15, 2010

…”Che fine ha fatto il bosco di Hera?”

inceneritore-230FORLI’ – Che fine hanno fatto gli otto ettari di bosco che sarebbe dovuto nascere come opera compensativa per il nuovo inceneritore? E’ la domanda che si pone l’associazione ecologista ClanDestino: “Come imposto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell’aprile 2008, Hera doveva provvedere entro il 31 marzo 2009 ad effettuare una piantumazione di alberi per un totale di 8 ettari, con lo scopo di  mitigare l’impatto ambientale causato dalle emissioni del nuovo inceneritore”. http://www.romagnaoggi.it/forli/2010/8/8/168846/