settembre 02, 2010
C’è un nuovo batterio resistente a tutto!
Post di:admin / Categoria: Notizie varie /

batterioSecondo un report pubblicato sul Lancet, una nuova mutazione che rende i batteri resistenti a quasi ogni antibiotico conosciuto per l’uomo si è diffusa sempre più nel subcontinente indiano ed è già “emigrata” sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti. Poiché la medicina moderna non può fare nulla per fermarlo, il “superbatterio” NDM-1 potrebbe facilmente diffondersi a livello globale.

L’NDM-1 (o New Delhi metallo-beta-lattamasi) è una mutazione genetica che protegge molti dei più comuni batteri nocivi come l’E. coli e la Klebsiella pneumoniae, con una resistenza agli antibiotici che può anche sopportare i carbapenemi, ovvero gli antibiotici utilizzati come ultima risorsa, quando più comuni farmaci oramai non hanno più effetto. Quel che è peggio è che il gene è stato trovato su plasmidi – piccoli pezzetti di DNA in grado di spostarsi facilmente tra i ceppi di batteri. I dettagli dello studio che ha monitorato la migrazione transcontinentale di questa mutazione sono descritti in questo articolo scritto da Tim Walsh per la rivista The Lancet Infectious Diseases.

Le parole che ha usato Walsh non sono per nulla rassicuranti (!!!) “Questa è potenzialmente la fine. Non ci sono antibiotici in cantiere che hanno attività contro gli Enterobacteriaceae con la mutazione NDM 1.”

La cosa preoccupante è che il gene è molto mobile e non ci sono proprio cure per sconfiggere i batteri con il gene mutato ed è quindi quasi impossibile rallentare la sua diffusione. Alternative agli antibiotici, come i batteriofagi potrebbero essere efficaci nel frenare la diffusione, ma nella pratica medica standard antibiotici sono il nostro modo di trattare le infezioni batteriche e, anche se un trattamento sperimentale è risultato essere efficace ci vorrà un bel po ‘ di tempo per farlo approvare.

Nell’articolo del New York Times (che sto usando come fonte per questo post) dicono che in realtà in giro ci sono molti batteri altamente resistenti (l’MRSA ad esempio), ed ogni volta che ne arriva uno nuovo sulla scena batterica, vengono immediatamente prospettate scene apocalittiche salvo poi, dopo qualche mese, rivedere il tutto e dire che c’è solo una minaccia ma che la situazione non è critica (è già successo 10 anni fa quando un batterio molto resistente si diffuse negli ospedali newyorkesi).

Anche io credo sia molto probabile che sia un tantino esagerato dire che non c’è più via di scampo e che moriremo tutti, ma vorrei vedere questa notizia sotto una prospettiva ancora differente. A differenza dell’influenza suina, la cui notizia è servita solo a vendere antibiotici, in questo caso un po’ di sano panico potrebbe contribuire a ridurre l’uso smodato di antibiotici ed infatti, stranamente, i grandi media sembra che non si siano accorti di questa ghiotta notizia.

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