Luciano Lama, presidente della Federazione provinciale Verdi – Costituente ecologista, è intervenuto sulla futura centrale a biomasse di Russi partendo dalla vicenda dell’aumento delle emissioni e della potenza di quella dell’Unigrà di Conselice. “La Regione Emilia-Romagna – dice – ha autorizzato tale modifica con semplice screening, in aperta contraddizione con le proprie stesse disposizioni. Infatti la circolare regionale dell’ 1 agosto 2008 considera, nella fattispecie, la modifica della Centrale Unigrà come ‘modifica sostanziale’”.
“Essendo la prima autorizzazione frutto di una Via, la richiesta di ‘modifica sostanziale’ dell’autorizzazione avrebbe suggerito un nuovo procedimento di Via. Tale modifica reca il parere favorevole di tutti gli assessori regionali, non solo quelli del Pd, ma anche quelli della Federazione della Sinistra (Prc-Pdci), dell’Idv e di Sel. E’ molto difficile capire come questi ultimi tre gruppi, che giovedì scorso a Bagnacavallo, in pubblica assemblea, si sono detti contrari alla centrale da 30 MW di Russi, affermando di essere a sostegno solo di piccole centrali da 1,5 MW di potenza massima e funzionanti a biomasse di provenienza territoriale, abbiano, pochi mesi orsono, votato a favore di quella dell’Unigrà di Conselice, che ha una potenza di 58 MW e usa biomasse provenienti dall’Indonesia”.
“Se i ripensamenti dell’ultimo momento della Federazione della Sinistra, dell’Idv e di Sel serviranno ad affossare la centrale di Russi, ben vengano, ma rimangono comunque posizioni di estrema incoerenza, alquanto vergognose, che lasciano spazio al dubbio – conclude – che siano frutto solo di opportunismo politico, viste anche le imminenti elezioni per la provincia ed il comune di Ravenna”.
http://lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=5399
Se solo, a fine ottobre, la nostra risoluzione sulla Centrale di Russi non fosse stata discussa in chiusura di seduta, quando gran parte dei consiglieri avevano già abbandonato l’aula, la scellerata costruzione sarebbe già stata bloccata da sei mesi. Invece, anche se all’epoca la maggioranza si era spaccata in aula – e anche se oggi c’erano anche esponenti Pd a protestare davanti alla terza torre della Regione – il Pd continua a mettere fretta sulle procedure burocratiche per l’approvazione. Cosa c’è sotto? Oggi, nella sede del settore Ambiente della Regione si è discusso, nella sessione definitiva della Conferenza dei Servizi, sull’ok da dare alla Centrale del Ravennate. E ora attendiamo di sapere quale decisione sia stata presa. Prima dell’ultima approvazione, però, è necessario che vengano discusse anche le linee guida sulle biomasse, com’è già stato per il fotovoltaico. Quindi, perchè non aspettare quest’ultimo passaggio? Oltretutto, il 26 ottobre la maggioranza si era spaccata sul tema, nel corso della votazione della nostra risoluzione: Sel, Federazione della sinistra e Italia dei valori avevano votato a favore, insieme a Lega Nord e a quei pochi Consiglieri del Popolo delle Libertà rimasti. Solo i Democratici si erano opposti. Oggi, però, alcuni loro simpatizzanti erano in viale Aldo Moro a protestare insieme all’associazione Clan-destino e agli altri gruppi di cittadini. Prima di prendere decisioni affrettate, quindi, il Pd faccia chiarezza in casa sua!
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/2011/02/centrale-di-russi-ra-il-pd-ha-fretta-di-costruirla-ma-la-gente-non-la-vuole.html
AOSTA, 22 FEB – Mentre prosegue l’iter per l’approvazione sullo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle fonti rinnovabili – approvato dal Consiglio dei ministri a fine novembre in prima lettura – emergono giudizi divergenti tra i produttori di energia e attori del settore. Pareri non unanimi anche all’interno delle commissioni ministeriali, che hanno presentato osservazioni e proposte di correttivi.
Il nuovo testo – composto da 39 articoli e 4 allegati tecnici
- interviene su molteplici fronti, puntando in primis ad avere
un sistema di incentivi fino alla scadenza del 2020 che faccia crescere l’utilizzo delle fonti rinnovabili attraverso un decremento degli aiuti pubblici. Tra le novita’ introdotte dal decreto spicca la revisione del meccanismo degli incentivi: il quadro resta invariato per gli impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2012 – con alcuni correttivi – mentre per quelli che entreranno in esercizio a partire dal primo gennaio 2013 la proposta e’ di applicare incentivi che consistono in tariffe fisse per i piccoli impianti fino a 5 MW e in aste al ribasso per quelli di dimensioni maggiori. Inoltre, per gli impianti a biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili e’ prevista una tariffa ‘binomia’ con una parte legata all’andamento dei costi della materia prima.
Il decreto definisce anche una maggiore semplificazione amministrativa e nuovi obblighi di efficienza energetica per gli edifici: e’ disposta la fine del meccanismo dei certificati verdi e il passaggio alla tariffazione incentivante (’feed in’) con l’obbligo per le societa’ distributrici di energia di garantire un accesso prioritario alla rete elettrica ai produttori di energie rinnovabili, nonche’ di acquistare l’energia cosi’ prodotta ad una tariffa fissa e garantita. Inoltre i certificati di origine dell’elettricita’ prodotta da fonti rinnovabili non potranno piu’ essere utilizzati ai fini del raggiungimento degli obiettivi nazionali di sviluppo delle fonti rinnovabili.
Il Gestore Servizi Elettrici dovra’ ritirare annualmente i certificati verdi fino al 2015, eventualmente eccedenti quelli necessari per il rispetto della quota d’obbligo. Il prezzo di ritiro dei predetti certificati e’ pari al 70% del prezzo. Infine novita’ sulla concessione di finanziamenti agevolati per interventi nel settore delle rinnovabili riguardano anche il Fondo rotativo per Kyoto: la durata massima dei finanziamenti a tasso agevolato per Regioni ed enti locali non potra’ superare i 180 mesi (nella Finanziaria 2007 erano 72 mesi).
Il Decreto ha gia’ ottenuto il via libera da parte della Conferenza delle Regioni che ha pero’ posto alcune condizioni, tra cui l’abbandono di ipotesi di commissariamento delle Regioni stesse nel caso non si raggiungano gli obiettivi prefissati. Inoltre le Regioni chiedono ”la previsione dell’intesa Stato-Regione per gli impianti geotermici sperimentali”, sottolineano ”la necessita’ di un migliore coordinamento fra norme relative alle Regioni e le deleghe che queste possano aver gia’ assegnato agli Enti locali”. L’ok ”condizionato” ha poi riguardato temi quali i grandi impianti solari, gli impianti a biomasse, e le quote di produzione di energia rinnovabile per ogni regione (’burden sharing’). (ANSA).
http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=108520
La sala Oriani (ex convento San Francesco) ha ospitato un convegno sulle patologie della prima infanzia dovute all’inquinamento, organizzato dalle liste civiche “LiberaRussi” e “Bagnacavallo Insieme”, con il supporto dell’associazione “Clan-Destino”. Davanti a un pubblico attento, composto in larga parte di giovani, si è parlato, con i medici specialisti presenti, dei danni alla salute dovuti all’inquinamento in un territorio, l’Emilia Romagna, che risulta, assieme a Piemonte, Lombardia e Veneto, fra i più inquinati del pianeta. E soprattutto nella Provincia di Ravenna dove le due cittadine di Russi e Bagnacavallo dovrebbero sopportare, nei prossimi anni, la Centrale a biomasse da 30 MegaWatt di potenza, che dovrebbe essere costruita nella zona ex Eridania, a ridosso del fiume Lamone.
Dati scientifici pubblicati dalle più importanti riviste mediche mondiali, esposti con grande passione dalla dott.ssa Patrizia Gentilini, oncoematologa, hanno mostrato e dimostrato quelle che sono le reali conseguenze a livello sanitario di un’esposizione alle sostanze tossiche emesse dagli impianti di incenerimento. Studi recenti hanno confermato quanto siano in crescita soprattutto tra i bambini, che sono i soggetti più deboli, le gravi patologie derivanti dall’inquinamento ambientale. L’inceneritore di biomasse produce anche diossina e altre sostanze estremamente pericolose per la salute. “Non lo dicono le associazioni – ribadisce Paolo Randi della lista civica “Bagnacavallo Insieme” – che continuamente vengono tacciate di essere terroristi dell’informazione e di procurare allarmismi fra la popolazione, ma lo espongono i progetti di questi impianti e lo confermano gli studi scientifici e medici. Il progetto PowerCrop riporta i seguenti valori: Ossidi di Azoto Nox, 630 kg/giorno; Ossidi di Zolfo SO2, 315 kg/giorno; Polveri PTS, 63 kg/giorno; Acido Cloridrico HCL,63 kg/giorno; Monossido di Carbonio, 818 kg/giorno; Ammoniaca NH3, 21 kg/giorno…inoltre: Diossine, IPA, PCB, Metalli pesanti* (dati da progetto PowerCrop)”. I dati smentiscono in maniera categorica chi afferma che le biomasse lignee bruciano senza inquinare l’atmosfera, parole di una classe politica che pare essere sempre più distante dalle esigenze dei cittadini e sempre più a fianco degli “affaristi”.
http://ilpiccolobagnacavallo.splinder.com/
Cittadini e rappresentanti delle associazioni Clan-Destino, Legambiente Bassa Romagna e Regionale e Wwf Ravenna e di associazioni del mondo agricolo come Coldiretti Ravenna e Cia di Bagnacavallo, ma anche il Coordinamento per la Pace Bagnacavallo, Tenda della Pace e Arci Casablanca Villanova hanno partecipato oggi in Regione al sit-in di protesta contro la centrale a biomasse di Russi. Tra i manifestanti anche esponenti di partiti politici: Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra e della lista civica Bagnacavallo Insieme e anche alcuni esponenti del Partito democratico.
Nella sede di via Aldo Moro si è riunita oggi la Conferezna dei servizi con i delegati degli enti coinvolti nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto relativo alla costruzione della centrale a biomasse di Russi che si sono dati appuntamento per prendere la decisione definitiva, ossia se dare o no il via libera alla costruzione.
Sono state consegnate dai manifestanti direttamente nelle mani dell’architetto Alessandro Di Stefano, dirigente dell’ufficio di Via della Regione, le oltre 2.500 recentissime sottoscrizioni dei cittadini che si stanno opponendo al progetto (4.500 erano già state raccolte in precedenza a Russi). Lo stesso Di Stefano interpellato poi sulle tempistiche del responso avrebbe definito improbabile una sua divulgazione nell’arco della giornata di oggi.
http://www.ravennaedintorni.it/Home/a_bologna_La_protesta_contro_la_centrale_di_russi_arriva_nella_sede_della_regione/13910/79.aspx
La centrale a biomasse di Bevera potrà bruciare materiali in arrivo non solo dalla Liguria ma anche dalla Francia e dal Piemonte.
Lo ha stabilito il settore tutela ambiente della Provincia, con una serie di prescrizioni. La decisione sembra destinata a suscitare nuove polemiche, gli abitanti della frazione ventimigliese nutrono da sempre timori sulle conseguenze che i fumi avranno sulla loro salute.
L’arrivo di nuove biomasse anche dalla Francia adesso complica le cose, non sarà semplice verificare la qualità dei materiali da bruciare. Secondo la Provincia, le biomasse potranno giungere a Bevera anche da cento chilometri di distanza, sia dal territorio francese che piemontese. Il che permetterà naturalmente alla centrale di lavorare a pieno ritmo con tutte le conseguenze – positive e negative, a seconda dei punti di vista – che si possono immaginare.
Ma vediamo meglio quanto deciso dalla Provincia, la quale comunque si riserva «di modificare il provvedimento autorizzativo in conseguenza di sopravvenute disposizioni legislative e/o normative o di accertato danno ambientale e/o alla salute pubblica». Per bloccare subito l’autorizzazione resta invece una sola chance: ricorrere al tribunale amministrativo regionale della Liguria.
All’origine di tutto c’è una conferenza dei servizi dell’autunno scorso che ha approvato l’utilizzo di biomassa agro-forestale «in arrivo all’impianto anche da zone limitrofe al territorio ligure, comprendendo il territorio francese e piemontese nel raggio di 100 chilometri».
Ecco le prescrizioni più importanti: «Non sono ammesse alla combustione la sansa di oliva disoleata e il liquor nero»; «Tutto il materiale in arrivo dovrà essere accompagnato da certificazione di provenienza»; «Dovrà essere trasmessa annualmente alla Provincia di Imperia copia della documentazione inerente la tracciabilità del prodotto».
http://www.ilsecoloxix.it/p/imperia/2011/02/27/AO6b40-biomasse_francesi_sbarcano.shtml
La Cgil Cisl e Uil e la Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil dell’Emilia Romagna esprimono “viva preoccupazione per i toni esasperati” che ha assunto il confronto pubblico sulla realizzazione della centrale a biomasse che si deve realizzare a Russi in attuazione degli accordi relativi alla riconversione dello stabilimento saccarifero dismesso nell’ambito della ristrutturazione del settore.
Al riguardo le organizzazioni sindacali ritengono necessario sottolineare “che un concorso di energie da biomassa è ritenuto indispensabile per raggiungere entro il 2020 il 20% di energie da fonti rinnovabili, come ci viene chiesto dall’Unione Europea, pena pesanti penalizzazioni economiche”.
I sindacati fanno presente, poi, che “una corretta valutazione ambientale dell’impianto non può prescindere dal confronto con l’impatto ambientale dello zuccherificio dismesso, e che è su questo presupposto che i programmi di riconversione degli stabilimenti saccariferi in dismissione furono giudicati sostenibili dal Servizio ambiente della Regione”.
Le organizzazioni ricordano che “tali programmi hanno perseguito l’obiettivo di sostituire (almeno parzialmente) con nuove filiere agro- energetiche il potenziale economico che la ristrutturazione del settore saccarifero faceva venir meno nei territori interessati;che anche il potenziamento delle attività di confezionamento e di funzioni logistiche in atto è parte di un progetto economico al cui equilibrio concorre la realizzazione dell’impianto di produzione di energia da biomassa, e che pertanto commette un grave errore chi sottovaluta le implicazioni occupazionali dell’impianto”.
Le organizzazioni sindacali giudicano, infine, con particolare severità il fatto che le “pur legittime mobilitazioni di comitati di cittadini contrari alla realizzazione dell’impianto si realizzino in forme, in date e con modalità da configurare un inammissibile tentativo di intimidazione nei confronti dei dirigenti e funzionari pubblici che partecipano alla conferenza dei servizi nella quale, in attuazione di precise disposizioni di legge, sono chiamati ad esprimere valutazioni di natura tecnica sul progetto a tutela di interessi pubblici definiti, e la cui autonomia di giudizio va salvaguardata come uno dei presupposti fondamentali di un corretto funzionamento delle istituzioni democratiche”.
http://www.romagnaoggi.it/ravenna/2011/2/25/186502/
Anche l’assemblea ieri sera a Bagnacavallo sul tema dell’inceneritore di biomasse organizzata dalle forze politiche della sinistra ha registrato il tutto esaurito. Questo a dimostrazione che l’argomento e’ alquanto sentito
Riteniamo davvero importante la presa di posizione palesata dai rappresentati di IDV, FEDERAZIONE DELLA SINISTRA e SEL che hanno confermato pubblicamente la loro “distanza” e contrarieta’ all’impianto che si vorrebbe costruire a Russi, le stesse forze politiche che il segretario provinciale del PD Alberto Pagani, grande sostenitore dell’inceneritore di biomasse di Russi, in una recente intervista per le Elezioni Provinciali in parte annovera tra gli alleati confermati.
Ci chiediamo: alla luce di quanto sta accadendo sul territorio e di quanto dichiarato ieri sera, SEL , IDV, Federazione della sinistra, riconfermeranno senza colpo ferire il loro sostegno al PD “diossino ed inceneritorista” ???
Alla luce di questo, riteniamo ancora piu’ indispensabile divulgare il documento consegnato ai rappresentanti di quelle forze politiche presenti ieri sera affinche’ lo trasmettano ai loro referenti regionali provinciali e comunali in cui si chiede una presa di posizione forte e decisa nei confronti del progetto e del Pd, fino a giungere , se necessario, ad abbandonare le giunte.
In questa operazione di “chiarezza” non potevamo certo escludere la Coldiretti provinciale , che chiamiamo direttamente in causa in relazione a al contratto quadro che l’associazione ha firmato a livello nazionale con i consorzi agrari e il proponente l’impianto di Russi .
Referente progetto biomasse Russi: Roberta Babini
La Cgil Cisl e Uil e la Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil dell’Emilia Romagna esprimono viva preoccupazione per i toni esasperati che ha assunto il confronto pubblico sulla realizzazione della centrale a biomasse che si deve realizzare a Russi in attuazione degli accordi relativi alla riconversione dello stabilimento saccarifero dismesso nell’ambito della ristrutturazione del settore.
«Al riguardo le organizzazioni sindacali ritengono necessario sottolineare:
- che un concorso di energie da biomassa è ritenuto indispensabile per raggiungere entro il 2020 il 20% di energie da fonti rinnovabili, come ci viene chiesto dall’Unione Europea, pena pesanti penalizzazioni economiche;
- che una corretta valutazione ambientale dell’impianto non può prescindere dal confronto con l’impatto ambientale dello zuccherificio dismesso, e che è su questo presupposto che i programmi di riconversione degli stabilimenti saccariferi in dismissione furono giudicati sostenibili dal Servizio ambiente della Regione;
- che tali programmai hanno perseguito l’obiettivo di sostituire (almeno parzialmente) con nuove filiere agro- energetiche il potenziale economico che la ristrutturazione del settore saccarifero faceva venir meno nei territori interessati;
- che anche il potenziamento delle attività di confezionamento e di funzioni logistiche in atto è parte di un progetto economico al cui equilibrio concorre la realizzazione dell’impianto di produzione di energia da biomassa, e che pertanto commette un grave errore chi sottovaluta le implicazioni occupazionali dell’impianto».
«Le organizzazioni sindacali giudicano, infine, con particolare severità il fatto che le pur legittime mobilitazioni di comitati di cittadini contrari alla realizzazione dell’impianto si realizzino in forme, in date e con modalità da configurare un inammissibile tentativo di intimidazione nei confronti dei dirigenti e funzionari pubblici che partecipano alla conferenza dei servizi nella quale, in attuazione di precise disposizioni di legge, sono chiamati ad esprimere valutazioni di natura tecnica sul progetto a tutela di interessi pubblici definiti, e la cui autonomia di giudizio va salvaguardata come uno dei presupposti fondamentali di un corretto funzionamento delle istituzioni democratiche».
http://www.lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=133&id_blog_post=5362